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martedì 26 novembre 2013

      " Fermati, devi volere bene e amare il tuo fisico! "


Ecco qua una frase che mi sono sentita dire, la scorsa settimana, dalla mia allenatrice quando volevo continuare ad allenarmi nonostante il dolore alla gamba.
Questa citazione vorrei sentirla più spesso dagli allenatori di questo sport soprattutto quando si trovano di fronte ad atleti con un disturbo alimentare come l'anoressia.
Purtroppo questo disturbo dell'alimentazione colpisce moltissimi adolescenti; essi infatti si vedono grassi e non si piacciono. Spesso accade che la perdita di peso sia accompagnata da frasi di adulti, come gli allenatori, : " Non salti, perché sei pesante!", " Mangia meno che hai la pancia!". Da queste frasi scattano subito nella testa degli atleti, soprattutto in adolescenza, frasi come: " Devo dimagrire" , " Non mangio perché ingrasso!".
Si pensa che a soffrire di anoressia siano solo le ragazze, ma in realtà, oggi il numero di ragazzi che soffre di questo disturbo è in continuo aumento.
Un'allenatrice ha il compito anche di educare all'alimentazione i propri atleti rendendoli consapevoli del cibo che è sano e di quello meno sano.

sabato 23 novembre 2013

Il supporto psicologico....

Come tutti gli sport individuali, il pattinaggio, richiede un grande sforzo psicologico, poiché un ragazzo si allena molte ore alla settimana per poi arrivare in gara e non riuscire a vincere o a raggiungere un buon risultato. Proprio per questo negli ultimi anni in alcune società sportive vengono inserite figure professionali come i pedagogisti o gli psicologi che vengono chiamati " mental coach".
Questa nuova figura professionale ha il compito di supportare psicologicamente gli atleti prima, durante e dopo la gara. Periodicamente gli atleti ad alti livelli agonistici svolgono delle sedute con il mental coach per chiacchierare sia del proprio sport che della vita al di fuori della palestra. Infatti spesso succede che atleti molto giovani che frequentano ancora la scuola dell'obbligo, hanno un rendimento nello sport più basso rispetto alle loro capacità; è qui che interviene il pedagogista per capire quale sia il problema alla base di tutto. è stato dimostrato come il rendimento sportivo sia legata ai problemi a scuola, in famiglia o con il gruppo dei pari; se uno di questi tasselli è fuori posto, l'atleta non sarà in ottima forma anche nello sport che pratica.
Il mental coach chiacchierando con i ragazzi arriva a capire quale sia il problema e inizia a lavorarci insieme ad essi.
Inoltre nel periodo che precede le competizioni sostiene gli atleti, facendoli ragionare sulle loro capacità, sui loro limiti e su ciò che possono raggiungere e dare durante la gara; li aiuta anche a diminuire le loro paure e le loro ansie pre-gara facendoli svolgere alcuni esercizi respiratori o facendoli scegliere una musica da ascoltare prima di entrare in pista.
Questa nuova figura professionale è nata poiché ci sono sempre più ragazzi, che svolgono sport a livello agonistico, che sono sottoposti ad uno sforzo psicologico molto forte; inoltre anche perché un allenatore, (anche se molto bravo e informato su questi argomenti)  non riuscirà mai ad " allenare" la mente dei propri ragazzi facendo diminuire le loro ansie e paure svolgendo degli esercizi psicologici specifici.
L'allenatore può svolgere nel suo piccolo il  COACHING che è un supporto che si svolge all'interno di una relazione ( in questo caso allenatore/atleta) ed è basato sull'individualizzazione delle potenzialità per il raggiungimento di obiettivi. L'allenatore deve vedere quale è il massimo che l'atleta davanti a lui può dare.
Importante in un rapporto di coaching la comunicazione: la sua efficacia dipende dal risultato che si ottiene;inoltre bisogna tenere conto che è impossibile non comunicare. Oggi infatti si conoscono la comunicazione verbale, ma anche la comunicazione gestuale che è  quasi impossibile da controllare.



Piccole regole...per grandi istruttori!!

Nell'insegnamento dello sport ai più piccoli è importante tenere sempre presente di alcune regole per lo svolgimento delle lezioni :
  1. Occorre ricordare che all'inizio della lezione c'è il momento del ritrovo, del piacere di ritrovarsi in cui si aumenta la socializzazione del gruppo; perciò non bisogna impedire ai bambini di chiacchierare in questa fase iniziale della lezione.
  2. Importante è anche un riscaldamento non solo fisico ma anche mentale che si svolge dando informazioni su ciò che si andrà a fare durante l'ora di lezione.
  3. Attirare sempre la loro attenzione. Per quanto riguarda l'attenzione occorre ricordarsi che non riescono a prestare attenzione più di quindi minuti; perciò bisogna fare in modo di alternare le attività con un momento di pausa.
  4. Quando si ha davanti un bambino bisogna ricordare che non è importante insegnare le regole di una difficoltà tecnica, ma che per loro l'attività motoria non è altro che un gioco.
  5. Occorre lasciare, nei limiti del possibile, una certa autonomia ai bambini; ad esempio nel poter andare a bere quando vogliono senza chiedere il permesso.
  6. Per aumentare la loro motivazione, ad ogni lezione, occorre introdurre una nuova difficoltà. Viene consigliato di introdurre la parte nuova nella fase centrale della lezione, poichè l'attenzione è ai massimi livelli.





Foto di proprietà personale.



L'educazione musicale.

Il pattinaggio insegna anche ad andare a tempo con la musica che è una forma di espressione come la pittura, la scultura, la danza e come il pattinaggio. Perciò in questo sport si combinano due forme di espressione a rtistica: una sottolineata dal movimento del corpo e l'altra dall'accompagnamento della musica.
Attraverso la musica si possono esprimere diverse emozioni; infatti spesso accade che ai bambini, io come istruttrice, faccia scegliere una musica da ascoltare mentre si pattina. A seconda della musica scelta dai bambini capisco il loro stato d'animo; infatti a volte scelgono canzoni più lente che sottolineano la tristezza o la tranquillità e a volte, invece scelgono musiche più veloci e quindi più allegre.
Inoltre il pedagogista che segue la mia società, a noi atleti, ha fatto scegliere in una lista di dieci brani musicali, una musica che ci faceva rilassare o che ci piaceva da ascoltare prima di entrare in gara, per fare in modo di svolgere il nostro pezzo tranquilli e sicuri e soprattutto concentrati.



Foto di mia proprietà; scatta durante la festa dello sport.

venerdì 22 novembre 2013

Ai bambini piacciono le regole?

"... è meglio dare regole da infrangere che nessuna regola..."
Per i bambini lo sport è un momento di svago e nell'idea comune si pensa che non gradiscano le regole. In psicologia le regole vengono gradite dai bambini perchè sono viste come delle barriere protettive. Quando si sente parlare i piccoli durante i giochi essi affermano: " facciamo finta che..", questa è una regola allo stato embrionale. Perciò nello sport, come nella vita di tutti i giorni sono i bambini che chiedono le regole.
Per impartire delle regole ai bambini occorre tenere presente di alcuni principi fondamentali:
*devono essere poche, per essere ricordate facilmente dai bambini;
*devono avere un linguaggio facile da decifrare per i bambini;
*devono cambiare spesso in modo progressivo, da quella più semplice a quella più difficile. Devono cambiare sovente perchè vengono automatizzate e quindi vengono applicate ad un livello inconscio.
* le regole devono essere istintuali,normative.
Inoltre,aiutano a sviluppare una coscienza morale.


Io da piccola.

Come gestire i rapporti tra allenatore, atleta e genitori.

Il rapporto tra allenatori, atleti e genitori è un tema molto delicato e spinoso. Nel post precedente mi sono concentrata sul rapporto allenatore e atleta; qui invece vorrei analizzare il rapporto con i genitori. Spesso i genitori. il primo giorno che accompagnano i figli in palestra da noi istruttori, hanno paura, perchè lasciano i propri figli in " custodia" di persone sconosciute in un ambiente sconosciuto. Infatti è molto importante che nelle prime due lezioni i genitori siano presenti nelle ore di lezione. Successivamente, invece, è utile che i bambini rimangano soli con l'istruttore per non avere distrazioni e per creare un rapporto con gli istruttori. Molte volte i genitori possono anche essere i complici degli allenatori: ad esempio i genitori insieme all'istruttore possono decidere una punizione da dare al bambino se non si è comportato bene in una determinata situazione sia a casa, a scuola o durante le ore di sport. 
A seconda dell'età e del livello raggiunto ( principiante, pre-agonismo e agonismo) i rapporti cambiano. 
Per avere un'idea più chiara è interessante leggere la relazione dell'allenatrice nazionale Sara Locandro su questo argomento.
http://www.fihp.org/artistico/dispense/relazionesaraallenatorigenitoriatleta.pdf




Foto personale. " Io,  i miei compagni e il mio allenatore".

L'allenatore è lo specchio dell'atelta.

L'allenatore, come l'educatore sociale e culturale, cresce insieme ai suoi atleti e scopre nuove cose insieme a loro. Nello sport, infatti esistono due tipi di conoscenze:
1. quelle dell'allenatore--> che più ha conoscenze tecniche più gli atleti diventano maturi; 2. quelle dell'atleta.
Gli allenatori devono insegnare più cose possibili ai propri atleti e non poche cose correttamente, poichè bisogna tenere presente che i bambini devono divertirsi. Infatti l'allenatrice nazionale Sara Locandro, in una sua relazione, sostiene che gli istruttori devono sempre tenere conto che i bambini devono "Imparare divertendosi".
L'allenatore deve instaurare una relazione di amicizia, di fiducia con il proprio atleta e deve fare in modo di essere autorevole. Inoltre non deve modificare le abitudini o i rituali prima di una competizione, esibizione o anche un semplice allenamento dell'atleta, poiché questi comportamenti aiutano a diminuire lo stress della persona.
Ecco una bella testimonianza di un'atleta che descrive il suo allenatore:

" Credo che il compito di un allenatore non sia quello di insegnare al proprio atleta ad essere vincente, ma sia aiutarlo ad arrivare a 20 anni con la voglia di cadere a terra e rialzarsi con ai piedi quelle otto ruote "


Foto personale. "Io e la mia allenatrice sul "kiss and cry" dopo una gara "

Lo sport aiuta nello sviluppo??

Negli studi psicopedagogici si è visto come lo spor aiuta il bambino nel suo sviluppo fisico e cognitivo.
Per quanto riguarda lo sviluppo fisico, il pattinaggio permette di sviluppare le capacià motorie di base, fino ad arrivare allo sviluppo dell'equilibrio e della coordinazione.Inoltre non ci sono sport che non insegnino a cadere e a rialzarsi con le proprie forze, sia mentre si pratica lo sport, sia nella vita e nei momenti quotidiani. Infatti lo sport insegna a non arrendersi mai.
Per quanto riguarda, invece, lo sviluppo cognitivo, si è notato come chi pratica sport sia più intelligente e va meglio a scuola rispetto a coloro che non praticano sport. é stato consigliato dagl studiosi che fino agli otto anni è utile far praticare più esperienze possibili di attività motorie per aiutare lo sviluppo della personalità del bambino.
Per lo sviluppo dell'intelligenza nel pattinaggio si creano dei giochi, dei percorsi inserendo degli ostacoli: alcuni bambini aggirano l'ostacolo, altri tornano indietro e altri ancora, invece, cercano di scavalcarlo; comunque sia tutti attivano la propria intelligenza per risolvere il problema che si trovano nel percorso. Inoltre lo sport permette di arrivare a pensare con una logica astratta; infatti i bambini apprendono attraverso l'imitazione, quindi hanno un pensiero concreto che intorno agli 8/9 anni si trasforma in pensiero astratto. Ciò, in questo sport, è visibile quando l'istruttore spiega un'esercizio ai bambini facendo la dimostrazione, mentre quando esse crescono lo spiega solamente attraverso le parole.
Inoltre bisogna ricordare che lo sport aiuta il bambino a socializzare con altre persone sia con i pari che con gli adulti; infatti lo sport è l'unico "contenitore" che è costituito sia dal gruppo dei pari (il gruppo prestabilito con cui si condivide un'esperienza), sia dal gruppo di riferimento in cui noi istruttori diventiamo il loro modello, il loro esempio, quindi il loro punto di riferimento.
Ecco una pagina utile su questo argomento.
http://azzurroacqua.wordpress.com/la-mia-tesi-triennale/capitolo-3/


Foto personale.

Come motivare gli atleti?

In ogni sport, che sia uno sport di squadra o uno sport individuale, uno dei compiti più importanti che spetta all'allenatore è quello di motivare i propri atleti e di farli diventare un gruppo unito. Per quanto riguarda la motivazione l'allenatore deve tenere presente i motivi per cui gli atleti praticano lo sport, ovvero: per divertirsi, per stare con i loro amici, per ampliare le proprie conoscenze. La motivazione è costituita da due fasi principali:
La prima va dalla nascita fino all'età anziana ed è costituita dal gioco e dall'agonismo e dalla motivazione al successo. L'agonismo è una spinta che permette di apprendere un gran numero di concetti. L'agonismo è diverso dalla competizione, poichè quest'utlima è innata, mentre l'agonismo è una condotta competitiva che viene organizzata e si sviluppa intorno ai 9/10 anni. Inoltre nello sport l'agonismo nasce con una funzione positiva perchè è la trasformazione dell'aggressività. Purtroppo si trasforma in negativo quando i genitori o gli allenatori lo esasperano. La seconda fase inizia nella preadolescenza e si conclude nell'età anziana; al suo interno troviamo la motivazione aggregativa, quella estetica e la motivazione compensativa. A livello pratico, nella mia esperienza di istruttrice, per motivare i bambini, ogni volta introduco un' elemento tecnico o un gioco nuovo, proprio per non rendere le ore di lezione ripetitive.


Foto personale. " Io da piccola ai campionati italiani".

giovedì 21 novembre 2013

Ad ogni età la sua capacità!!

Ogni persona, dentro di sè, ha delle capacità nascoste. Tuttavia si possono individuare tre capacità che seguono l'età delle persone.

  1. Capacità percettive --> Si sviluppano nei primi sei anni di vita. Qui i bambini apprendono interagendo con i sensi e attraverso la percezione della realtà.  Queste capacità sono costituite da dei sotto-gruppi che sono:
  •  la discriminazione cinestetica: comprende la conoscenza del corpo; la bilateralità (lanciare con due mani), la lateralizzazione ( cioè sensibilizzare l'arto sensibile); l'equilibrio ( una capacità molto importante per questo sport) legato all'orientamento.
  • la discriminazione visiva --> qui troviamo il seguire con gli occhi e la memoria visiva.
  • la discriminazione uditiva --> si sviluppa qui la memoria uditiva.
  • la discriminazione tattile.
  • capacità di coordinazione--> la coordinazione è un altra capacità molto importante in questo sport.
2. Capacità coordinative --> si sviluppano intorno ai 6 anni fino ai 14 anni. Questa è la fase più importante in cui si deve organizzare e regolare il movimento. Esistono due tipi di   capacità coordinative:

  • Generali : cercano di affinare il movimento, come la preparazione atletica. Esse si suddividono in tre sotto gruppi: 
           a) apprendimento = basato sulla quantitò di tempo per precisare la richiesta motoria;
           b) controllo motorio = ci porta a raffinare il movimento in una situazione efficace;
           c) trasformazione.

  • Speciali : sono specifiche per i diversi tipi di sport.

3. Capacità condizionali --> si sviluppano dai 14 anni in poi. Si suddividono, anche loro in tre gruppi:

  • la resistenza;
  • la velocità;
  • la forza : è la capacità di vincere una resistenza esterna o di opporsi ad essa, attraverso l'impegno muscolare. A sua volta si distingue in: a) forza massima ( la forza più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado di esprimere), b) forza veloce ( la capacità neuromuscolare di superare le resistenze e si esprime attraverso salti e lanci), c) forza di resistente ( è la forza mantenuta per un lungo tempo)..

lunedì 18 novembre 2013

Il Corso di istruttore giovanile.

Recentemente ho seguito il Corso per Istruttori giovanili dove ho potuto apprendere molte conoscenze e ho avuto la possibilità di conoscere nuove persone, amanti di questo sport, con cui ho potuto confrontarmi su argomenti riguardanti il pattinaggio. Durante il corso ciò che è emerso di più è il fatto che il pattinaggio non viene considerato uno sport olimpico nonostante il fatto che agli ultimi mondiali l'Italia è stata la prima Nazione nella classifica generale. Inoltre anche se il pattinaggio artistico a rotelle non è uno sport olimpico, i pattinatori sono persone eccezionali che hanno una grande voglia di trasmettere la loro passione e di divertirsi tra di loro; infatti molti atleti, allenatori e futuri allenatori affermano che le gare, i trofei, le esibizioni e i corsi sono prima di tutto un modo per incontrarsi, per conoscere nuove persone e stringere amicizia con esse e solo successivamente, per quanto riguarda le gare, sono competizione!!
Durante il corso il docente di Metodologia di allenameto ha affermato che noi futuri allenatori dobbiamo tenere presente che i bambini arrivano in palestra da noi per tre motivi:
1) per divertirsi;
2) per stare con i loro amici;
3) per imparare.

Noi, futuri allenatori, abbiamo confermato questa idea, in quanto anche per noi il pattinaggio è stato soprattutto divertimento, amicizia e passione; e quasi mai c'è stata la competizione che superava l'amicizia e il divertimento.

" Ecco il mio attestato".

giovedì 14 novembre 2013

WOW...Una nuova sigla!!

La prima volta che ho sentito parlare di PLE è stato al Laboratorio di Informatica per l'educazione.

CHE COS'è?

è un nuovo modello utilizzato in ambito educativo e serve per aiutare coloro che apprendono ad organizzare e controllare il loro apprendimento. Questa sigla si traduce in Personal Learning Enviroments, ovvero " ambiente personale di apprendimento.
Questa modalità di apprendimento permette di allargare le proprie ricerche e ampliare il proprio apprendimento.

QUALI STRUMENTI VENGONO USATI NEL PLE?

vengono usati diversi programmi e siti web:

- Words, PowerPoint, Excel ecc... --> con questi strumenti vengono creati dei documenti per lo studio.
- Youtube, Windows Media player--> programmi per l'ascolto di musica.
- Facebook, Twitter, Blogger --> programmi usati per la comunicazione.
- Wikipedia, Libero, Google--> programmi utilizzati nella ricerca di informazioni.



Immagine presa da flickr


http://it.masternewmedia.org/tecnologia-insegnamento/ambienti-di-apprendimento/PLE-personal-learning-environments--20070617.htm